/ Febbraio 25, 2021/ CittàDEM - La Newsletter del PD di Pordenone, News

Il 2021 da poco iniziato ci ha già regalato una crisi di Governo. Il regista dell’operazione è stato Matteo Renzi il quale, in costante ricerca di visibilità, ha deciso di mandare all’aria la positiva esperienza del Governo Conte due.

Quella che si è consumata a cavallo tra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio ha rappresentato l’ennesima giravolta di questa travagliata legislatura.

Si tratta infatti del terzo Governo e del terzo cambio di maggioranza dal voto del marzo 2018: maggioranza mai così larga ed eterogenea, andando da Articolo 1 alla Lega, passando per Pd, M5S, Forza Italia e tutti i piccoli partiti centristi. All’opposizione solo la destra di Fratelli d’Italia.

Questa volta, vista la gravità del momento storico, il Presidente della Repubblica ha deciso di incaricare a presiedere il nuovo Governo uno degli italiani più prestigiosi del mondo: Mario Draghi, già a capo prima della Banca d’Italia e poi della Banca Centrale Europea.

La squadra messa in campo da Draghi, un mix di tecnici a lui vicini di politici di tutti i partiti della maggioranza, dovrà fronteggiare le due principali urgenze di questi mesi: la gestione della pandemia e la presentazione del Recovery Plan, quantomai necessario per permettere all’Italia di ottenere i 209 miliardi che arriveranno dalla UE.

Sulla pandemia si registrano già le prime frizioni tra l’ala rigorista incarnata dal ministro Speranza e il lassismo irresponsabile di Salvini che chiede di riaprire tutto. Su questo il premier dovrà trovare una sintesi che contemperi i vari interessi in gioco (salute e lavoro) ma le prime indicazioni di Palazzo Chigi sono confortanti: ora non si può abbassare la guardia ma bisogna piuttosto potenziare la campagna vaccinale, ad oggi troppo lenta.

L’altra grande partita è quella del Recovery Plan, sulla quale, nonostante quanto si dica, il nostro paese non è affatto indietro. È stato lo stesso Draghi a riconoscere il buon lavoro fatto finora da Conte e Gualtieri: si tratta ora di fare il definitivo salto di qualità che ci permetta di presentare a Bruxelles, entro la scadenza di fine aprile, un piano totalmente credibile e completo.

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