Va sostenuto in ogni modo lo sforzo finanziario che i soci del Consorzio di Pordenone hanno deliberato di perseguire per garantire stabilità al sistema universitario cittadino, insistendo nelle sedi opportune per un intervento decisivo della Regione. Il rilancio del Consorzio è strategico per lo sviluppo della città, del suo tessuto economico e la sua attrattività per quei giovani che al momento sembrano andar via.
Il Partito Democratico di Pordenone, da sempre attento alle vicende del Consorzio, crede che la qualità del sistema formativo messo in campo in via Prasecco sia da sostenere in ogni modo per la sua valenza e le potenzialità che probabilmente la città stessa non ha del tutto compreso. Pordenone non si sente città universitaria, molti perfino ignorano che esista un polo di formazione superiore e, come capita spesso per la nostra città, le eccellenze vengono sminuite e non vanno a rafforzare identità e orgoglio comunitario.
Certo la lontananza della sede universitaria dal centro cittadino non agevola l’osmosi, e in questo senso poco è stato fatto in 4 anni di amministrazione Ciriani per attivare collegamenti bus più frequenti per portare gli studenti in città. Così come nessun passo in avanti è stato fatto per portare un segno visibile in centro dell’esistenza del Consorzio. Magari Palazzo Badini o un altro immobile dove poter vedere che l’università esiste. Ma niente.
Ricordiamo anche la vera mission per la quale il Consorzio è nato, decisiva nel progetto in questione: la ricaduta sulle aziende del territorio. Anche e soprattutto in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando, il legame delle aziende con un polo di studi strettamente legato allo sviluppo d’impresa come il Consorzio va decisamente potenziato, come occasione di rilancio e di innovazione aziendale.
Le difficoltà economiche emerse dall’assemblea dei soci devono trovare risposte politiche in Regione e in Comune, con il contributo concreto anche di chi nel territorio capisce l’importanza di non farsi scappare un sistema universitario d’avanguardia, capace di tenere qui i nostri giovani e dare impulso all’economia.
Marco Cavallaro e Daniela Giust